L'altro, la duplicazione
"Il tema dell’Altro è uno dei maggiormente percorsi in ambito cinematografico. La struttura stessa del racconto audiovisivo, che prevede una duplicazione massiva della pellicola, è il veicolo principe in cui questa “figura” si sottopone allo spettatore. Ogni film contiene in sé questa tematica di fondo". È quanto sostiene il professor Alessandro Gelain, docente di Filosofia e Scienze Umane all’Istituto Masotto che, nell’ambito della rassegna cinematografica “Specchi di Perseo” dedicata al tema dell’Alterità, ha scelto di focalizzare l’attenzione su tre mostri sacri del cinema, Orson Welles, Alfred Hitchcock, Woody Allen. Tre autori che, per strade diverse, hanno parlato dell’“Altro” in ogni loro film.
Per Orson Welles, considerato uno degli artisti più versatili e innovativi del Novecento, il prof. Gelain ha optato per il meno visto Lo straniero, tralasciando il più noto e complesso Citizen Kane.
«In questa pellicola, Welles interpreta un ufficiale nazista rifugiato nella tranquilla provincia statunitense, vivendo sotto mentite spoglie come un provetto professore. Un cacciatore di nazisti arriva in città. L’“Altro” è qui allora il lupo in veste di agnello che si aggira nelle nostre pacifiche città. La natura del nazista non tarda a saltar fuori, una volta sentitosi braccato uccide o tenta di uccidere con incredibile leggerezza chi lo possa ostacolare. Il ritratto con plongée e controplongée, illuminazioni parateatrali, movimenti di macchina e piani sequenza è di quelli che rimangono nella mente.» Due gli estratti riportati dal docente: il piano sequenza dell’uccisione del complice/informatore e la discussione, in una cena tra “amici”, sul futuro della Germania.
Due le pellicole selezionate, invece, per il maestro del brivido Alfred Hitchcock, L’ombra del dubbio e Stranieri in treno. Per il prof. Gelain, infatti, in entrambe le opere, il genio di Hitchcock porta lo spettatore a godere di maestose simmetrie che, incrociandosi, fanno e disfano il film.
«Ne L’ombra del dubbio, gli “Altri” sono Carla e Carlo, nipote e zio legati da un “sentire” comune che pare avvicinarli ad una mutua comprensione, se non ad una vera e propria preveggenza. Questo legame, fondato su falsi presupposti, verrà incrinato prima e distrutto poi nel corso del film. Con il suo inconfondibile tocco, Hitchcock fa diventare Joseph Cotten un assassino tra i più inquietanti della storia del Cinema. La colonna sonora - con l’opinabile doppiaggio in italiano originale- tessono la provincia americana di colori cupi, come di un cielo prima di una imminente tempesta. L’Altro in questo caso è il prodotto di uno specchio deformato tra corrispondenze e aspettative.»
«In Stranieri in treno – prosegue il docente – l’Altro è il plot stesso della pellicola: lo scambio di omicidi che viene proposto da uno dei due protagonisti all’Altro può esser letto come uno scambio di ruoli che rende ognuno l’“Altro”. Ciò porta a delle conseguenze inattese, tra cui la migliore conoscenza di sé stesso per il protagonista positivo. Come se lo scontrarsi con il lato peggiore di sé possa portarci ad essere persone migliori, anche se magari più deboli.»
A chiudere la lezione è stato Casablanca di Woody Allen, «opera in cui – precisa il prof. Gelain - l’alter ego del regista newyorkese è “il fantasma” di Humphrey Bogart, ma non solo, il film stesso Casablanca del 1942 è l’originale che si riflette nell’omonima pellicola di Allen del 1972.»
Nel dettaglio, «c’è Bogart che cerca di insegnare ad Allen come sedurre Diane Keaton, usando battute da film che porteranno i due ad innamorarsi, ma in verità tutta la pellicola ripropone il nocciolo del plot del film di Curtiz. Il Casablanca di Allen termina con una pedissequa riproduzione delle scene finali dello storico film.»
Un accostamento tra le due pellicole che è divenuto un’interessante esperienza di gioco proposta dal docente ai presenti che hanno apprezzato e goduto del parallelismo.