Nostalgia del presente

Il passato, il tempo felice, dove si trovano? ripercorreremo alcune vie della memoria e del desiderio assieme a Midnight in Paris di W. Allen.

“La nostalgia è negazione, negazione di un presente infelice.
E il nome di questo falso pensiero è: sindrome dell’epoca d’oro, cioè l’idea errata che un diverso periodo storico sia migliore di quello in cui viviamo. Vedete, è un difetto dell’immaginario romantico di certe persone che trovano difficile cavarsela nel presente.” Questa citazione dal film ne racchiude l’essenza: un uomo, insoddisfatto della sua vita, che si rifugia in un “passato perduto” anziché guardare in faccia la realtà. Gil, il protagonista della pellicola, è un artista in crisi, sia a livello affettivo che lavorativo, pervaso così tanto dall’idea di essere nato nell’epoca sbagliata, che la sua nostalgia gli impedisce di vivere il presente. 
Durante un viaggio a Parigi, ogni notte, si troverà catapultato nella sua epoca preferita: la Belle Epoque, popolata dai suoi esponenti più illustri e ammirati dal protagonista. E’ proprio qui, dove pensava di trovare la felicità, che Gil farà, invece, un’amara scoperta: ogni uomo è manchevole per natura, ma questa condizione che lo caratterizza, gli permette di vivere in una costante tensione e ricerca dell’oggetto del proprio desiderio. E’ proprio perché non possiamo raggiungere la perfezione nella vita, che l’epoca perfetta non esiste, ma cesserebbe nel divenire. L’illusione, che in un altro periodo si sarebbe stati più felici, ci è data dall’arte, la scappatoia alla futilità dell’esistenza: “Il compito dell’artista non è di soccombere alla disperazione, ma di trovare un antidoto per la futilità dell’esistenza”. Ed è infine questo, quello che il nostro Gil farà, una volta scelto il presente, riversandone le imperfezioni.

Martina Baù

Con Martina Baù, Emiliano Brajato

Voce dallo specchio: Angelica Magagna

Riprese audio e montaggio a cura di Corrente Alternata