Perseo 2023: Wonder

E' partita la programmazione di film a cura di Specchi di Perseo, prima iniziativa dell'Istituto Fogazzaro a Noventa Vicentina.

a cura di Viviana Marcati

Auggie Pullman ha dieci anni, gioca alla playstation e adora Halloween. Perché è l'unico giorno dell'anno in cui si sente normale. Affetto dalla nascita da una grave anomalia cranio-facciale, Auggie ha subito ventisette interventi e nasconde il suo segreto sotto un casco da cosmonauta. Educato dalla madre e protetto dalla sua famiglia, Auggie non è mai andato a scuola per evitare un confronto troppo doloroso con gli altri. Ma è tempo per lui di affrontare il mondo e gli sguardi sconcertati o sorpresi di allievi e professori.

Gli inizi non sono facili, inutile mentirsi e Auggie fa i conti con la cattiveria dei compagni. Arrabbiato e infelice, il ragazzino fatica a integrarsi fino a quando un'amicizia si profila all'orizzonte. Un amore altro rispetto a quello materno. Tra bulli odiosi e amici veri, Auggie trova il suo posto e si merita un'ovazione.

Regia: Stephen Chbosky

Soggetto: adattamento del romanzo omonimo scritto da R. J. Palacio, pubblicato nel 2012.
Sceneggiatura: Steve Conrad, Jack Thorne.
Fotografia: Don Burgess.
Montaggio: Mark Livolsi.
Scenografia: Shannon Gottlieb.

Musiche: Marcelo Zarvos.
Costumi: Monique Prudhomme.
Trucco: Arjen Tuiten.
Interpreti: Julia Roberts (Isabel Pullman), Jacob Tremblay (Auggie Pullman), Owen Wilson (Nate Pullman), Izabela Vidovic (Via Pullman), Mandy Patinkin (signor Tushman), Ali Liebert (signora Petosa), Daveed Diggs (signor Browne), Millie Davis (Summer)


Genere: Drammatico.
Origine: USA.
Anno di edizione: 2017.
Durata: 113 minuti

APPROFONDIAMO

Il romanzo “Wonder” di R.J. Palacio, in poco tempo, è diventato un caso letterario in tutto il mondo e anche il film ha avuto subito un grandissimo successo perché in qualche modo ci insegna a diventare tutti persone migliori. Wonder in italiano significa "meraviglia" e ad ispirare l’autrice del libro, Raquel Jaramillo, che lo ha pubblicato con lo pseudonimo di R.J. Palacio, è stato un episodio realmente accaduto: la scrittrice un giorno, mentre era in una gelateria, ha notato una bambina con una deformità facciale che ha spaventato senza volerlo suo figlio di tre anni, costringendola ad allontanarsi, ma piena di vergogna per la reazione del figlio. Quella stessa sera, pentendosi di non aver parlato a fondo con il suo bambino, la scrittrice ha cominciato la stesura del suo libro, perché un episodio simile non accadesse ad altre persone.
Ne è venuto fuori un libro, e poi un film per tutti, che affronta il tema della diversità e della difficoltà dei bambini, in generale, ad inserirsi in un nuovo contesto, al di fuori della famiglia che li ha protetti nei primi anni di vita.

La storia di August Pullman, Auggie, coinvolge perché ci racconta una vita molto particolare ma anche perché rappresenta le difficoltà di chiunque abbia paura di non essere accettato dagli altri e, in particolare, dal gruppo di riferimento, in questo caso quello scolastico dei compagni.
Come molti bambini anche lui sogna di diventare un astronauta, ma con in più il motivo di potersi nascondere sotto il casco della tuta spaziale. E chi, allora, meglio di Chewbacca di Star Wars (la famosissima trilogia di Guerre stellari) può diventare il suo amico immaginario?
Ma non solo per Auggie è difficile essere accettata dal gruppo: lo è anche per la sorella maggiore, che gli vuole tanto bene ma che allo stesso tempo si sente messa da parte rispetto a lui. Ad un certo punto la ragazza pronuncia una frase molto significativa: “Auggie è il sole. Io, mamma e papà siamo i pianeti che ruotano attorno al sole". Anche per lei ci sarà un percorso importante da fare, dall’inizio alla fine del film.
Wonder infatti racchiude in sé più storie: in una Auggie ne è il protagonista e, attraverso lui, noi comprendiamo come la voglia di vivere, nonostante la diversità sia importante. Poi vediamo la storia di Auggie attraverso i suoi genitori, Isabel e Nate e attraverso sua sorella. Ed è proprio lui ad insegnare loro come la vita valga la pena di essere vissuta perché tutti nel mondo, almeno una volta nella vita, “dovrebbero ricevere una standing ovation”.